Magnificat secondo, a 4 voci di Claudio Monteverdi

In programma al Concerto del 7 maggio 2017 a Rho, in occasione anche del 450° anniversario della nascita del compositore.

 
Claudio Monteverdi (Cremona, 9 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643), uno dei grandissimi della Storia della Musica: c’è chi lo accosta a Bach, Mozart, Beethoven per quanto ha inciso nell’evoluzione musicale.

Anzi, alcuni ritengono che sia stato il musicista più innovativo della storia, per aver inventato il melodramma (con il suo Orfeo), per aver rivoluzionato l’armonia, usando dissonanze e cambi improvvisi ad effetto, che avremmo ritrovato solo nella musica dei primi del novecento, per aver aperto le porte al Barocco e alla musica strumentale moderna.

Il Magnificat a 4 voci di Claudio Monteverdi coglie questi aspetti rivoluzionari e ce li consegna nell’intimità di un canto, quello del Magnificat, che esprime in poche righe il rapporto fiduciario con Dio, con la sua potenza, con la sua misericordia. Esso è cantico di ringraziamento e di gioia che la Vergine Maria pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta.

Ecco quindi che Monteverdi realizza un raffinatissimo tessuto musicale, basato sulla rivisitazione di temi gregoriani, il cosiddetto “cantus firmus”, temi semplici ed estatici, che affida, con note lunghe, scandite e ben distinguibili , di volta in volta ai tenori, ma anche alle altre voci; su di essi Monteverdi ricama via via sottolineature specifiche che derivano dal senso delle frasi: solide quando narrano la forza di Dio che depose i potenti e disperse i superbi, delicate quando tratteggiano la misericordia di Dio, squillanti quando si inneggia alla gloria di Dio.

L’ascoltatore resta affascinato dall’alternanza di armonie, spesso imprevedibili, che cambiano il colore e il timbro dell’impasto corale, preservando sempre una grande unità stilistica, la cui cifra fondamentale resta un sentimento di stupore e gratitudine per la fedeltà di Dio verso il suo popolo