In programma il 7 maggio nel Concerto di San Vittore ore 16 a Rho nella Chiesa di San Vittore.
Organista: Michele SANTORO
Sì, proprio lei, la composizione per organo più famosa della Storia della Musica.
La Toccata e Fuga in Re Minore di J. S. Bach è un capolavoro che anche i non esperti di musica classica riconosceranno dalle prime tre note. Una scrittura organistica che comunica con una facilità incredibile e che è tutt’altro che semplice da eseguire.
Scritta da un Bach ancora giovane (sui diciotto anni), la sua tessitura lambisce immediatamente l’immaginario dell’ascoltatore, soprattutto nella Toccata.
Ispirata dal modello degli autori della Germania settentrionale (in particolare Buxtehude) , la Toccata si sviluppa nel succedersi rapsodico di sezioni vorticose, a tratti apparentemente di improvvisazione, a tratti imprevedibili, una vera esposizione del virtuosismo dell’inizio del Settecento.
Segue una Fuga, tematicamente collegata alla Toccata, dato che è costruita sul medesimo tema discendente, cioè la “cascata” iniziale della Toccata. Come ogni Fuga, è costruita su temi che vengono riproposti a più voci, ma qui il giovane Bach si lascia affascinare anche da uno stile “concertante” (cioè un’ alternanza tra complessi sonori che dialogano in successione), quindi una scrittura moderna per l’epoca, per chiudere con una sezione finale all’insegna della piena e intensa libertà comunicativa, quasi un ritorno alla Toccata.
Questo carattere della composizione ha portato a far sorgere nella storia le ipotesi più fantasiose sulla sua natura: c’è chi vi ha visto la rappresentazione di un temporale, chi l’illustrazione di un Salmo (il n. 35, la “Preghiera di un giusto perseguitato”), chi la trascrizione di una composizione bachiana per violino solo. Come sempre, la musica però esprime il meglio di sè se la si lascia parlare liberamente al nostro cuore, in termini assoluti e senza richiami a vincoli rappresentativi esterni e questo vale in modo particolare per la musica di Bach.