“Mentre suonavano gli strumenti musical, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore.”
Questa frase, che la tradizione ci consegna, ha dato origine al culto della Santa come patrona dei musicisti. Sì, la musica nel cuore come momento altissimo di preghiera e di dialogo con Dio: in questo Cecilia ci lascia un messaggio universale che supera i secoli e rivela una verità senza tempo: la musica, se vissuta come momento di crescita spirituale, è elemento distintivo dell’uomo rispetto alle altre creature.
Poco importa , quindi, se regna l’incertezza sulla vera collocazione di questa frase relativa alla Santa.
Secondo alcuni, infatti, essa si riferirebbe all’intimo canto di Cecilia il giorno delle sue nozze, quando, nobile fanciulla romana del secondo secolo dopo Cristo, segretamente votata alla verginità, la sera delle nozze manifestò allo sposo Valeriano questa sua volontà e lo indusse alla conversione.
Secondo questa ricostruzione , dunque , il giorno delle nozze, mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: “Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa”.
Altri collocano questo canto al momento del suo martirio. Gli strumenti quindi non sarebbero quelli musicali, ma gli strumenti di tortura. Si narra infatti anche che Cecilia con fierezza si avviò verso le vampe del rogo predisposto per la sua morte quand’ecco una pioggia di petali di rosa cadere dal Cielo fino a spegnere il fuoco fatale e, tra gli strumenti di tortura incandescenti, Cecilia cantava a Dio , prima di esser trafitta da una spada.
La musica nel momento della gioia e nel momento del dolore, comunque. La musica come strumento per esprimere in modo personale e contemporaneamente universale la gioia e il dolore: i grandi musicisti della storia ce l’hanno testimoniato.
E nella storia Santa Cecilia ha rappresentato anche un modo di concepire la musica , al punto da creare un vero e proprio movimento ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della musica popolare.
Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici.
Cecilia ci invita dunque anche a riscoprire la purezza e spiritualità della musica liturgica, in modo che alle celebrazioni eucaristiche venga dedicata una musica composta appositamente per l’elevazione dello spirito e per la preghiera più profonda.
Con questo spirito auguriamo quindi buon ascolto e buona Santa Cecilia.