Questa frase, che la tradizione ci consegna, ha dato origine al culto della Santa come patrona dei musicisti. In onore di Santa Cecilia si è tenuto un solenne concerto, dedicato a Bach, sabato scorso nella Chiesa Prepositurale di San Vittore. Non è stata solo una serata di grande musica, apprezzata dal pubblico, ma anche un momento di riflessione intensa sul valore della musica, quale fonte di elevazione dello spirito. L’Orchestra d’Archi “Giulio Rusconi”, dell’omonimo Istituto Musicale diretto da Marco Pisoni, ha fatto apprezzare lo stile strumentale bachiano, quello celeberrimo, col suo moto fluido e astratto, dell’”Aria sulla Quarta corda”, poi quello del Concerto in Re minore per oboe, violino archi e basso continuo BWV 1060, dove l’istinto solistico dei due strumenti (Ruggirello e Chameides) si concilia mirabilmente con la tessitura contrappuntistica. Successivamente Angelo Casati ha tratteggiato la figura di Santa Cecilia, la sua capacità di fare del canto il tempio ove custodire la fede più pura e profonda, tanto che nella storia il movimento ceciliano è diventato sinonimo di musica votata essenzialmente alla preghiera. Infine la Cappella Musicale dei Pueri Cantores, con l’ Orchestra e l’organista Michele Santoro hanno eseguito, diretti da Andrea Perugini, una variegata selezione di corali di Bach, di gioia e di sofferenza, sentimenti sottolineati dal coro con diversità di timbri e con intensità espressiva.